RICOMINCIAMO!!!!
Riparte dalla prossima settimana l’attività del Gruppo Giovanissimi della Parrocchia.
Il ritrovo sarà ogni Venerdì dalle ore 19,30 alle ore 21,00
Il percorso appena intrapreso con i ragazzi, parte da un argomento scelto da loro, la sessualità.
E’ un tema delicato, importante, da non sottovalutare, soprattutto se quello che è importante è l’affrontarlo cristianamente.
Poterne parlare con ragazzi “grandi” è un’opportunità unica, ma anche una responsabilità grande,per questo motivo, stiamo affrontando questo “mondo” con gradualità, partendo da piccole riflessioni, sui gesti dell’affettività, partendo dallo sguardo, per poi arrivare sempre più avanti.
Leggiamo alcuni brani tratti dal libro “Voglia di coccole” di V. Albisetti.
Giovedì 25 Ottobre.Lo sguardo
Le “carezze di cuore” appartengono al linguaggio dell’amore.
Appartengono perciò a tutti coloro che vogliono far parlare il proprio cuore: vecchi e giovani, genitori e figli, fratelli e sorelle, innamorati e no…
Le carezze di cui parlo esprimono il bene, la tenerezza, la dolcezza.
Sappiamo inoltre che sono sempre gratuite.
Senza calcoli.
Senza condizioni.
E non sono accessori che possono anche non essere presenti.
Costituiscono l’essenza dell’amore.
Non avete mai pensato che non riusciamo a vedere noi stessi?
Quando ci guardiamo allo specchio noi, in realtà non ci vediamo.
Possiamo confrontare l’immagine riflessa di noi con il volto, il corpo delle persone che abbiamo incontrato, che conosciamo.
Ci costruiamo così un’idea di come probabilmente siamo visti dagli altri.
La nostra esperienza visiva diretta è influenzata da quella che di noi hanno gli altri.
In questo senso, dipendiamo dagli altri.
Da come ci guardano.
Se ci accolgono o ci rifiutano.
Se ci guardano con amore, stupore, gratitudine, felicità, piacere, o con freddezza, disprezzo, con noncuranza, con indifferenza.
Dunque, quando si accarezza di cuore con lo sguardo, si guarda l’altro in modo contemplante, caldo, affettuoso, gioioso.
Lo si fa sentire importante, unico. Bello.
Non lo si riduce a oggetto, a mera fisicità.
Non lo si scinde, non lo si seziona, non lo si divide dalla sua anima.
Lo si vede in modo pieno, totale.
Come persona.
Giovedì 8 Novembre: Il contatto
Stringere, prendere una mano di cuore trasmette all’altro fiducia, protezione, lealtà, forza, calore.
Prendere di cuore una persona per mano, o accarezzarla, impone l’uscita dalla propria individualità.
Apre. Qualifica. Dà nome.
La carezza di cuore con la mano dà coraggio, concilia, unisce, condivide, rassicura, consacra.
Se la carezza parla di cuore attraverso la stretta di mano, non è mai sfuggente o rapida.
Ha un suo tempo.
Il tempo di far sentire all’altro il tuo cuore. Quando, invece, si accarezza la guancia, il volto o altre parti del corpo dell’altro, allora si è già in un dialogo, dove le distanze si sono ridotte al minimo.
Accarezzare di cuore l’altro lo fa sentire desiderato, valorizzato, amato, contemplato.
Riporta alle carezze materne. Per questo non necessariamente queste carezze devono avere un fine sessuale.
Certamente pone le due persone l’una di fronte all’altra, senza alcuna barriera, scoperte, non più estranee.
Queste carezze fatte con il cuore seguono un andamento armonico, dolce, tenero.
Non sono mai brusche, rapide, nervose o troppo lunghe, noiose, irritanti.
Seguono una musica. Quella appunto, del cuore.
Abbracciarsi di cuore significa rimanere stretti l’uno contro l’altro a lungo, dolcemente.
C’è un contatto diretto dei due corpi.
E’ un reciproco affidarsi, proteggersi, lasciarsi andare.
L’abbraccio di cuore ti fa sentire di essere tornato a “casa”.
Di trovarti in un luogo ideale, rassicurante, caldo, accogliente.
Riporta all’abbraccio materno.
Incondizionato.
Sempre accogliente.
Per questo spesso, quando si è abbracciati, si tengono gli occhi chiusi. Ci si sente al sicuro.
L’abbraccio esprime la volontà di prendersi cura l’uno dell’altro.
Rinnova la fiducia, l’unione, la condivisione, l’alleanza.