Meditazione di Don Marco

Mercoledì 19 febbraio, alle ore 20,30, Don Marco Cristofori ha tenuto la prima delle riflessioni preparatorie dell’arrivo di Don Alessandro.
Di seguito il testo trascritto dagli appunti, e in fondo il brano del Vangelo al quale la meditazione fa rifemento.

Riflessione sul tema: “…pasci le mie pecorelle…”

Gesù Buon Pastore e il parroco suo “inutile” servo

In riva al lago, ecco uno dei dialoghi più belli della storia di DIO CHE CERCA L’UOMO.

Gesù si rivolge a Pietro con TRE DOMANDE, OGNI VOLTA DIVERSE, come tre tappe attraverso le quali guarire in radice il SUO RINNEGAMENTO.

“Simone di Giovanni, mi ami più di costoro?”

A Gesù non interessa né giudicare né assolvere; PER LUI NESSUN UOMO COINCIDE CON IL SUO PECCATO, né con le tante notti senza prendere nemmeno un pesce, né un uomo coincide con i propri fallimenti.

MA UN UOMO VALE QUANTO LA SUA CAPACITA’ DI LASCIARSI AMARE ED AMARE A SUA VOLTA.

Un uomo vale agli occhi di Dio per quanto si lasci RINNOVARE IL CUORE OGGI, ADESSO, “D’ORA IN POI”.

La santità si misura quando la pensiamo solo come assenza di peccato, c’è di PIU’.

SANTITA’ E’ RINNOVARE LA PASSIONE PER CRISTO, ADESSO, FINO AD APPASSIONARSI X I FRATELLI: “PASCI  LE MIE PECORE”,

Gesù nelle prime due domande usa, per esprimere l’Amore, un verbo raro: AGAPAO= il verbo dell’Amore grande, dell’Amore al massimo possibile, dell’Amore Trinitario.

Pietro risponde con il verbo umile dell’Amicizia. Lui abituato a primeggiare esce dalla competizione e dice solo: “Signore, sì, Tu sai che ti sono amico.”

E Gesù chiede una prova a Pietro, una prova di amicizia: <pascola i miei agnelli>.

PASCOLARE significa “procurare alimento al gregge”, ma cominciando dai più piccoli e deboli, porsi a servizio degli inferiori.

Proprio ciò che Pietro ha contestato a Gesù nella lavanda dei piedi durante l’ultima cena.

“Simone di Giovanni, mi ami?”

E’ la seconda domanda, rimane il verbo dell’Amore grande, quello che è attributo di Dio e scompare il confronto con gli altri discepoli “più di costoro”.

Pietro sa di non poter rispondere con lo stesso verbo perché è un verbo “DI DIO” e da Dio.

Allora si aggrappa all’Amicizia, così umana, e così rassicurante: “Signore, io ti sono amico, lo sai!”

E la prova di questa Amicizia per Cristo sarà PASCOLARE IL SUO GREGGE: LA CHIESA, abbandonare ogni superiorità, vivere per gli altri.

Poi la terza domanda in cui Gesù si avvicina ancor di più a discepolo primo fra gli altri e primo ad averlo rinnegato e adotta lo stesso verbo di Pietro.

“Simone di Giovanni, mi sei amico?”

Quasi a dire: L’Amicizia almeno se non l’Amore, almeno l’affetto se l’Amore è troppo, se l’Amore quello che si adatta all’Amato senza pretendere mette paura perché porta a morire per l’altro, almeno l’affetto, un po’ di bene, un moto del cuore.

GESU’ DIMOSTRA IL SUO AMORE ABBASSANDO PER TRE VOLTE LE ESIGEZE DELL’AMORE che in ogni caso porteranno Pietro e gli altri a MORIRE COME CRISTO MORI’ PER LORO.

Sembra quasi che esigenza dell’amore povero di Pietro, la sua tristezza per aver rinnegato il Maestro, il suo sentirsi “indegno” di promettere Amore vero, diventino più importanti dell’esigenza di GESU’.

DIO SI DIMENTICA DI SE’ STESSO PER SOLLOCARSI AL LIVELLO DI PIETRO.

Viene incontro alla mia povertà d’Amore!

IL TU E’ PIU’ IMPORTANTE DELL’IO. SOLO COSI’ L’AMORE E’ POSSIBILE!

Gesù, mendicante d’Amore, mendicante senza pretesa, assicura: Pietro, il tuo desiderio di amore è già AMORE!

E quando interroga Pietro, interroga me, interroga ciascuno di noi:

Sì, Signore, tu lo sai che un po’ di bene te lo voglio, un po’ di Amicizia tra tanta indifferenza, un po’ di attenzione tra tanta freddezza;

non oso dire che ti amo, però, come Pietro, ti sono Amico e da qui parte un Amore che vorrebbe diventare un dare la mia vita per gli altri, per un piccolo gregge, un gregge minimo fatto di famigliari, di amici, confratelli o consorelle, di poveri affidati alla mia Amicizia per Te.

Il Vangelo si chiude con un invito che è tutto un programma SEGUIMI

Se non cerchi uomini e donne infallibili, allora chiamaci, Signore, come chiamasti Pietro, se non cerchi dei “nati santi”, ma quanto meno degli appassionati, allora come chiamasti Pietro chiamaci e noi ti seguiremo.

Amen

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Gv. 21,1-19

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

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